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Come sono nate le banche? Una storia tutta italiana

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Ti sei mai chiestə come sono nate le banche, chi ha inventato l’attività bancaria e sulla base di quali necessità?

Se hai pensato che le banche costituiscano qualcosa di molto recente, attenzione, perché ti stai sbagliando! Stai tralasciando dettagli fondamentali, oltre che molto interessanti, che forse non conosci e nessuno ti ha mai detto prima!

Elisa ed io vogliamo proprio raccontarti a parole nostre quello che sappiamo su queste istituzioni di così grande importanza ai giorni nostri per l’economia di ogni paese.

Prendilo come un lungo viaggio alla scoperta della storia delle banche: mettiti comodo, allaccia la cintura e armati di buona pazienza, perché ti avvertiamo che l’itinerario è lungo (e tortuoso in certi passaggi).

Ma stai pur certə che arriverai alla fine dell’articolo con un bagaglio personale pieno di nozioni nuove e rivelatorie. Ti stupirai di quello che hai appreso e sarai finalmente cosciente di ciò che è successo in passato prima che venissero create le prime banche come le conosciamo noi oggi.

Prontə? Si parte!

Come sono nate le banche: cos’è e come funziona una banca

Ruolo della banca

banca monte dei paschi di siena
Monte dei Paschi di Siena

Prima di partire, qualche informazione teorica su ciò che stiamo andando a scoprire.

Oggi sappiamo tutti molto bene che le banche sono una componente essenziale del nostro sistema economico. Potremmo dire che le funzioni principali delle banche sono essenzialmente due: una funzione monetaria e una funzione creditizia.

Per quanto riguarda la funzione monetaria, le banche si occupano della gestione di tutti quei pagamenti che non sono regolati direttamente tra le parti in monete e banconote. 

Per farlo, le banche offrono alla clientela una serie di servizi, come il pagamento di bollette dell’energia elettrica, del gas, o del telefono, il pagamento di imposte e tasse, l’incasso di cambiali, la locazione di cassette di sicurezza, l’acquisto e la vendita di azioni e così via.

Per fare tutto questo, le banche emettono la cosiddetta “moneta bancaria” che può essere di tipo cartolare, come gli assegni, o elettronica, come i più diffusi bonifici online, le carte di credito, i bancomat, eccetera.

Per quanto riguarda invece la funzione creditizia, su questo fronte le banche svolgono l’importantissimo ruolo di intermediari finanziari tra chi ha a disposizione del denaro e chi invece non ne possiede e ne ha bisogno.

Da un lato ci sono quindi le persone che depositano il proprio denaro in banca e ricevono in cambio dalla banca stessa una somma detta interesse

Dall’altro lato ci sono, invece, le persone che necessitano di denaro per realizzare nuovi progetti, nuovi investimenti e perciò, prendono denaro in prestito dalla banca, pagando un interesse.

Solitamente sono le famiglie o le imprese a depositare in banca i propri risparmi e i propri profitti in attesa di reinvestirli o, viceversa, a richiedere alle banche denaro per fare acquisti importanti. Ad esempio per comprare un’abitazione o un’automobile o per poter effettuare ingenti investimenti finalizzati all’espansione dell’impresa.

Ricavi e rischi della banca

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Ti sei mai chiestə come fa a guadagnare una banca? Te lo spieghiamo noi, in poche semplici parole!

Devi sapere che la banca ha due tipologie di ricavi: da un lato, ci sono gli interessi attivi, ovvero gli interessi riscossi sulle operazioni di prestito di denaro.

Ecco, tieni conto che questi interessi attivi sono maggiori di quelli che sono invece gli interessi passivi, cioè gli interessi pagati sulle operazioni di raccolta di denaro.

È proprio su questa differenza che deriva il guadagno per la banca!

E invece quali sono i rischi che corre una banca?

Un rischio è sicuramente determinato dal fatto che una persona che prende in prestito del denaro da una banca non sia effettivamente in grado di restituirlo. 

Per questo le banche, prima di concedere prestiti ed erogare finanziamenti, chiedono abitualmente delle garanzie.

Dovendosi esporre ad un rischio finanziario, le banche chiedono sempre delle garanzie come forma di tutela per proteggersi da potenziali insolvenze da parte del debitore e da eventi esterni che potrebbero compromettere il pagamento delle rate.

Le operazioni principali della banca

carta di credito banca pagamenti

La banca vede due ben distinti gruppi di operazioni che svolge quotidianamente: da un lato, abbiamo le principali operazioni di raccolta, ovvero le “operazioni passive”, che comprendono: 

  • il deposito in conto corrente, grazie al quale il correntista deposita sul conto corrente somme di denaro e può disporne tramite carta bancomat, assegni o prelievi di contante; 
  • il deposito a risparmio (la forma di raccolta del risparmio in assoluto più tradizionale presso gli Istituti di credito), che consiste in un libretto o documento che viene rilasciato dalla banca al depositante e su cui vengono annotati i versamenti, i prelevamenti di denaro e tutte le operazioni di questo genere. 

Invece, tra le principali operazioni di prestito della banca, quindi le cosiddette “operazioni attive”, che riguardano finanziamenti che la banca dà ai suoi clienti, ci sono: 

  • il mutuo, ovvero un prestito di somme ingenti di denaro da rimborsare a rate con l’aggiunta degli interessi, solitamente per l’acquisto di una casa;
  • il credito al consumo, ovvero un prestito di somme di denaro limitate per effettuare alcune spese, come l’acquisto di beni e servizi;
  • l’apertura di credito, cioè un contratto bancario che viene effettuato con lo scopo di garantire al cliente la disponibilità di una somma di denaro da utilizzare per le proprie spese, anche se queste non dovessero essere ancora del tutto certe;
  • lo sconto bancario, che consiste nella cessione da parte del cliente di cambiali non ancora scadute che alla scadenza saranno riscosse dalla banca.

A cosa serve quindi la banca?

Da tutto ciò si desume quindi che le banche sono effettivamente molto utili nel favorire la formazione del risparmio, indirizzandolo verso attività produttive. Allo stesso tempo, le banche servono a creare moneta attraverso un meccanismo noto come “moltiplicatore dei depositi“.

Se oggi non esistessero le banche, tutti i pagamenti potrebbero essere regolati solamente tramite l’utilizzo di contanti e i commerci in generale avrebbero solo una dimensione locale.

Inoltre, viene automatico pensare che, in assenza delle banche, l’investimento vero e proprio comporterebbe molti più rischi e pericoli e ognuno di noi sarebbe obbligato a nascondere i propri risparmi sotto al letto, impedendo così facendo la crescita economica. 

Gran bel disastro, non credi?

Come sono nate le prime banche

Dal baratto alla moneta merce

conchiglie di mare antica moneta baratto

Passiamo ora al succo del discorso, al vero cuore di questo articolo: quando, come e perché sono effettivamente nate le banche?

Tanto tempo fa, in epoca preistorica, le banche non esistevano ancora e l’unica forma di scambio commerciale o di sopravvivenza esistente era semplicemente quella del baratto: si cedeva un bene non del tutto necessario a qualcuno per averne in cambio un altro di maggiore necessità.

Perché un baratto si realizzasse nella maniera corretta, era necessario che entrambe le parti interessate allo scambio avessero un bene da scambiarsi a vicenda dello stesso valore

Con il passare del tempo, in sostituzione del baratto, si affermò il principio della “moneta-merce”: per poter pagare la maggior parte dei beni, svincolandosi dal baratto, si scelsero delle merci con un loro valore intrinseco o, in altre parole, dei prodotti utili indipendentemente dal fatto di poter essere usati come strumento di pagamento

Qualunque cosa poteva fungere da moneta: dalle conchiglie, il sale e le bucce di cocco, alle pietre, le piume e persino le pelli di castoro. È impossibile determinare esattamente quando, dove e come questo sistema sia stato introdotto, poichè è precedente la nascita della scrittura. 

Presto, però, ci si rese conto che, per far funzionare adeguatamente il sistema, la moneta-merce doveva avere determinate caratteristiche. Tra i requisiti della moneta-merce vi erano: la non deperibilità, in modo tale che chi l’avesse ricevuta avrebbe potuto utilizzarla a piacere, la frazionabilità, cioè la possibilità di dividere la moneta-merce in più parti, in maniera tale da pagare il valore preciso dei beni acquistati e la facile trasportabilità.

Inoltre, ci doveva essere un numero sufficiente di persone che avesse fiducia nel fatto che in un secondo momento potessero essere scambiati con beni di valore reale, come cibo, vestiario e riparo. 

Gli orafi e le prime monete metalliche

lingotto d oro banca

Con il passare del tempo, in Mesopotamia e nel Bacino del Mediterraneo, si diffuse la prassi di usare come moneta-merce i metalli preziosi, ormai su tutti l’oro e l’argento.

Inizialmente questi metalli non venivano coniati, ma per effettuare un pagamento era sufficiente utilizzare semplici pezzi di metallo grezzo, quindi non ancora trasformati in moneta vera e propria.

L’oro e l’argento erano molto ricercati e facili da lavorare, di conseguenza alcune civiltà si abituarono ad utilizzare tali metalli. Furono gli orafi i responsabili della realizzazione delle prime monete metalliche, che altro non erano se non unità standardizzate di metallo dal peso e dalla purezza certificata.

Erano i sovrani a coniare queste emergenti monete metalliche. Per farti comprendere la logica di questo sistema, ti facciamo un esempio pratico: se una moneta d’oro da 10 gr aveva un ipotetico valore di 1 euro, il sovrano si occupava di coniare questa moneta d’oro, ma, anziché 10 gr, batteva il valore di 9 gr. 

In questo modo, il sovrano sottraeva alla moneta in questione 1 grammo d’oro, che si teneva per sé come aggio, il cosiddetto aggio del signore, da cui deriva la parola “signoraggio”.

Fu proprio con l’oro che cominciarono i primi scambi con un’unità riconosciuta rara e i commercianti soprattutto della Toscana fiorentina, un’area molto ricca di commercianti, portavano con sé delle grandi quantità d’oro per i loro acquisti.

Il fiorire di questi scambi commerciali aumentò notevolmente la circolazione di queste nuove monete d’oro coniate dai grandi signori e fecero sviluppare gradualmente la cosiddetta economia.

Arrivati a questo punto, però, i delinquenti trovarono in questo avvenimento un’occasione per arricchirsi, depredando i commercianti. Questi continui saccheggi da parte dei malviventi costituivano un enorme rischio per le persone che trasportavano oro.

Si dovette quindi necessariamente trovare un sistema per mettere al sicuro l’oro e nasconderlo anche durante la notte mentre si dormiva. È in questa occasione che tornano gli importanti orafi.

Le casseforti e le note di banco

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Nel Trecento, gli orafi sono stati i primi ad aver acquisito la capacità di conservare l’oro in maniera organizzata, perché possedevano quelle che sono state le prime casseforti della storia: sicure, pesanti, inviolabili e difficili da trasportare.

In breve tempo, i commercianti cominciarono a chiedere agli orafi di custodire le loro monete d’oro e i loro oggetti di valore, in cambio di un pagamento per il loro impeccabile servizio di sicurezza! 

L’orafo doveva comunque rilasciare una ricevuta, ovvero un documento che attestasse che una persona aveva depositato una certa somma di denaro nella sua cassaforte. Queste ricevute erano le cosiddette “note di banco”, da cui le odierne banconote

Queste note di banco erano quindi dei fogli che servivano ad attestare che nella cassaforte era presente una quantità di oro depositato corrispondente al valore segnalato su di esse.

Con il tempo accadde una cosa. Le persone cominciarono a rendersi conto che era molto più comodo mostrare la moneta cartacea per fare un acquisto, anziché ogni volta andare a ritirare il denaro vero e proprio dalla cassaforte dell’orafo e portarsi appresso le pesanti monete d’oro.

Ecco che, a partire da questi gesti, diventò sempre più sicuro far circolare la nota di banco, piuttosto che grandi quantità di oro, con tutti i disagi, i costi e i rischi che questo comportava. Proprio per ovviare al problema fu introdotto l’uso della lettera di banco, l’antenato degli attuali assegni bancari.

La lettera di banco consentiva di ritirare il metallo prezioso anche presso un altro banchiere, evitando così il problema del trasporto. In origine, solo il titolare di una lettera di banco poteva cambiarla in oro o argento, ma presto si diffuse la possibilità di cederla a un’altra persona, la cosiddetta “girata”, che poteva incassare il suo valore.
Di conseguenza le banche, per guadagnare attraverso gli interessi, emettevano più “pezzi di carta” di quanto oro e argento avessero a disposizione, nella certezza che non avrebbero mai dovuto cambiarli tutti.

Le prime banche in Europa e l’attività del banchiere

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Alla fine del Seicento, inoltre, si modificò il ruolo degli Stati, che costituirono banche centrali al fine di battere moneta (stampare banconote e coniare monete). Svezia e Regno Unito, seguiti presto da altri Paesi, iniziarono a stampare vere e proprie banconote: pezzi di carta di un valore predefinito.

Nel frattempo, l’orafo, a questo punto diventato più un banchiere che altro, aveva iniziato a svolgere anche un’altra attività: ovvero, prestava oro a interesse. Da questo, poteva ricavare un profitto di gran lunga maggiore di quello che avrebbe ricevuto di profitto prestando solo il suo oro. 

Quindi, per anni, l’orafo ottenne segretamente ottimi profitti grazie agli interessi guadagnati dai depositi degli altri e divenne decisamente più ricco dei suoi concittadini.

I sospetti, però, non tardarono ad arrivare e i clienti cominciarono a dubitare dell’operato dell’orafo, pensando che si intascasse i loro soldi. Così, i clienti si unirono tra loro e cominciarono a richiedere l’oro al posto delle ricevute cartacee.

Il problema stava nel fatto che, in quel momento, l’orafo non possedeva nella propria cassaforte l’importo richiesto, perché aveva prestato troppi soldi a troppa gente. 

Per fare fronte a queste situazioni critiche, gli orefici si erano messi d’accordo tra loro: qualora ad un orafo fosse mancata la quantità d’oro richiesta da un cliente, un altro orafo avrebbe dovuto aiutarlo prestandogli la quantità di oro necessaria. 

Ecco risolta la questione!

Fu proprio questo l’inizio dell’attività bancaria, che successivamente, con l’arrivo delle prime banche, gli orafi-banchieri avevano capito che si poteva fare un vero e proprio profitto dando anche alla comunità un servizio utile. 

È da qui che si può dire ha avuto inizio la storia delle banche: queste ultime cominciarono a conservare una riserva aurea, ad emettere banconote corrispondenti ad una certa riserva di denaro importante ed è così che andò avanti questa attività fino ai giorni nostri.

Allora, come ti è sembrato il viaggio fin qui? Hai avuto quello che ti aspettavi? Conoscevi già questa storia?

Faccelo sapere nei commenti qui sotto!

Con questo articolo sulla nascita delle prime banche, Elisa ed io speriamo di averti dato una buona panoramica chiara ed esaustiva di quello che c’è da sapere e ti invitiamo ad andare sempre a fondo nelle cose, perché è importante e interessante comprendere ciò che ci circonda.

Un saluto da Elisa&Simone

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