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Il fascino naturale delle Marche: le Grotte di Frasassi

grotte di frasassi

Da sempre siamo convinti che il modo migliore per staccare dalla quotidianità sia immergersi nella natura, scoprendo le meraviglie che solo essa può regalarci. A volte, il suo fascino può colpire talmente nel profondo, da farci rimanere, letteralmente, a bocca aperta! È ciò che abbiamo provato nello scoprire le Grotte di Frasassi, nella regione Marche.

Situate a Genga, in provincia di Ancona, furono scoperte per caso, nel 1971, da un gruppo di speleologi “alle prime armi” . Impegnati in un’escursione, trovarono una stretta apertura, da cui proveniva una notevole corrente d’aria. I ragazzi, curiosi di conoscere la profondità dell’ambiente, su cui si apriva la fessura, lanciarono un sasso e cronometrarono il suo tempo di caduta: ci vollero ben 5 secondi prima di sentire il battito sul fondo della caverna!

stalattiti stalagmiti grotte di frasassi

Consapevoli dell’incredibile scoperta, tornarono poco tempo dopo, pronti ad entrare nelle Grotte di Frasassi, muniti dell’attrezzatura adatta. Immaginate quanto stupore nel vedere le incredibili forme presenti all’interno. Il calcare che è stato sciolto e depositato, grazie allo scorrimento dell’acqua, ha creato infatti delle concrezioni, dalle forme più disparate, chiamate stalattiti, quando scendono dal soffitto, e stalagmiti, quando salgono dal basso verso l’alto.

L’apertura al pubblico, invece, avvenne nell’anno 1974.

La nostra esperienza a Frasassi

Arrivati alle Grotte di Frasassi di buon mattino, abbiamo lasciato l’auto nell’ampio parcheggio gratuito adiacente alla biglietteria. Non appena usciti dalla macchina, siamo stati “assaliti” dai vari ristoratori della zona che, in modi cortesi e divertenti, ci hanno illustrato le loro proposte per il pranzo.

Davanti alla biglietteria si trova una piazzetta dove sono posizionati i vari stand enogastronomici e di vendita souvenir. Appena fatto il biglietto, abbiamo atteso la navetta che ci portasse comodamente all’ingresso delle grotte. È fortemente consigliato portarsi scarpe comode ed un giacchetto per entrare, in quanto la temperatura all’interno delle cavità è di 14 gradi costanti, sia di inverno che d’estate. Potete immaginare quindi la goduria che abbiamo provato nel dimenticare, almeno per un’ora circa, il caldo torrido di agosto!

visita guidata alle grotte di frasassi

Accompagnati dalla giovane guida, abbiamo iniziato la visita dalla Grotta del Vento, così chiamata in merito all’episodio prima descritto nel momento della scoperta. Alzando gli occhi “al cielo”, siamo rimasti a bocca aperta nel vedere tanta magnificenza creata dalla natura. Pensate che le dimensioni della grotta sono talmente vaste, che possono tranquillamente ospitare il Duomo di Milano! Il fatto sorprendente è che non ci si rende conto di tale grandezza: all’interno delle grotte, infatti, tutto ci sembra più piccolo di quanto lo è veramente. Stentavamo a credere che le varie stalattiti e stalagmiti davanti a noi fossero alte quanto edifici di cinque piani. Questo effetto ottico, come spiegava la guida, è causato dal fatto che all’interno delle grotte, non avendo elementi misurabili di comparazione, tutto ci sembra di dimensioni più piccole.

Proseguendo, la visita è stato un susseguirsi di ambienti dalle caratteristiche uniche, date dalle incredibili forme delle concrezioni calcaree: dalla “Cascata del Niagara” al “Castello delle Streghe”, fino ad arrivare alla “Sala Infinito”. Ogni ambiente inoltre ha un suo nome che lo contraddistingue.

Noi abbiamo visitato le Grotte di Frasassi tramite il ” Percorso Azzurro”. Per gli amanti dell’avventura, è fortemente consigliato il “Percorso Rosso”, della durata di tre ore, dove potrete ammirare le grotte percorrendo cunicoli ed arrampicate. Sono talmente curioso di provarlo, che sto convincendo Elisa a partecipare insieme!

Il Tempio del Valadier

tempio del valadier genga

A soli 2,5 km dall’area di parcheggio, abbiamo raggiunto il Tempio del Valadier. È stato veramente suggestivo ammirare la posizione dell’edificio, praticamente incastonato nella grotta della montagna. Di forma ottagonale, fu commissionato nei primi dell’Ottocento da Papa Leone XII all’architetto Valadier.

Ringraziamo la Regione Marche per l’opportunità che ci ha concesso di visitare queste meraviglie. Meritano assolutamente di essere portate in primo piano tra i tesori naturalistici italiani.

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