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Pantheon: curiosità e tutti i segreti

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“Volli che questo santuario di tutti gli dei rappresentasse il globo terrestre e la sfera celeste, un globo entro il quale sono racchiusi i semi del fuoco eterno, tutti contenuti nella sfera cava” – Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar (1951).

Da quasi 2000 anni, il Pantheon rappresenta uno dei maggiori simboli architettonici di Roma e nella sua impattante magnificenza, questo monumento architettonico incarna la massima espressione della gloria della grandiosa Città Eterna.

Ormai è risaputo che la cupola del Pantheon è la più grande cupola in muratura del mondo. Forse però non tutti sanno i misteriosi segreti che si celano dietro alla costruzione di questo magnifico edificio innalzato nel cuore di Roma al tempo dei Romani.

Come e quando il Pantheon è stato costruito? Perché questo tempio è rotondo? A cosa serviva nell’antichità? In questo articolo Elisa ed io sviscereremo ogni fatto e curiosità riguardanti quest’opera architettonica che da secoli affascina chiunque si presenti al suo cospetto.

Continua a leggere e scoprirai sul Pantheon curiosità, chi lo costruì, come venne edificato, per quali scopi precisi e a cosa serve il grande foro centrale alla cupola.

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Pantheon curiosità: la storia di un monumento perfetto

Il Pantheon è un edificio molto conosciuto a Roma, collocato al centro del Campo Marzio, nel rione Pigna e contornato da tante altre diverse costruzioni, come le Terme di Nerone, la Basilica di Nettuno e il Tempio di Matidia

Pochi però possono dire di conoscere davvero nel dettaglio tutti i segreti, i misteri e le infinite curiosità che caratterizzano questo particolare edificio, unico al mondo.

Cerchiamo di andare per tappe: partiamo dal principio e quindi dall’edificazione di questo gigantesco monumento.

La costruzione: il Pantheon di Agrippa

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Ingresso del Pantheon

La storia del Pantheon di Roma comincia sotto il principato di Ottaviano Augusto. Tra le varie cose, Augusto, il primo grande Imperatore di Roma, contribuì notevolmente anche alla ri-valorizzazione delle opere architettoniche dal punto di vista culturale. 

Nel 27 a.C., fu proprio Augusto ad affidare a Marco Vipsanio Agrippa, suo genero, carissimo amico e braccio destro, l’incarico di costruire un tempio dedicato al culto privato della famiglia del sovrano Augusto

La vera nascita del Pantheon che sorge ancora oggi al centro della capitale è da ricondurre quindi al preciso momento in cui Agrippa assunse uno dei principali architetti del suo tempo, Lucio Cocceio Aucto, per la realizzazione del grandioso tempio.

Del Pantheon fatto costruire da Agrippa possiamo ammirare ancora oggi l’iscrizione originale alla base del frontone “M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIUM.FECIT” che significa “Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta lo edificò”.

Il Pantheon di Agrippa era in realtà una versione molto minore rispetto a quella che possiamo ammirare oggi. L’edificio possedeva una pianta puramente rettangolare e una cella anch’essa rettangolare. Quest’ultima rappresentava la zona sacra interna al tempio, conosciuta anche come “la casa del dio” ed era posizionata in maniera trasversale rispetto all’edificio.

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L’ingresso del Pantheon corrispondeva con il pronao, una galleria con alte colonne, edificata sul lato lungo della base rettangolare. Inoltre, diverse fonti riportano che molto probabilmente, davanti a questa primissima versione del Pantheon sorgeva una piccola piazza recintata.

Oggi abbiamo la fortuna di avere numerose testimonianze eccezionali sull’aspetto dell’antico Pantheon. Il grandissimo storiografo Plinio il Vecchio racconta che ebbe modo di vedere di persona il Pantheon di Agrippa e narra che le grandi colonne presentavano preziosi capitelli fatti in bronzo dorato.

Inoltre, Plinio ci parla della presenza anche delle cariatidi, ovvero delle statue che rappresentano figure femminili, utilizzate ampiamente nell’arte tipica greca per abbellire i luoghi sacri.

Lo storico Dione Cassio ci racconta che dovevano esserci anche altre grandiose sculture degne di nota: la statua di Giulio Cesare divinizzato all’interno e le sculture di Ottaviano Augusto e di Agrippa all’esterno, per celebrare la loro amicizia.

La ricostruzione: il Pantheon di Adriano

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Il Pantheon non ebbe vita facile: nell’80 d.C. venne colpito da un terribile incendio e nel 110 da un fulmine che demolì quasi completamente l’intera struttura.

In seguito all’incendio, l’Imperatore Traiano cercò di prestare soccorso all’edificio, ma colui che diede davvero una nuova vita al Pantheon dopo tutte le devastazioni subite fu l’imperatore Publio Elio Adriano.

Adriano è stato un imperatore importantissimo nella storia di Roma, ricordato anche lui, come Augusto, soprattutto dal punto di vista culturale e religioso. 

Adriano volle edificare questo tempio dedicato a tutti gli Dei (dal greco antico, pántheon, che significa proprio tempio di tutti gli dei) e di conseguenza trasformò la struttura complessiva in un edificio di forma circolare, unita ad un portico di colonne corinzie: otto frontali e due gruppi di quattro in seconda e terza fila, che servivano a sostenere un frontone triangolare. 

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La cella circolare, chiamata rotonda, è sovrastata da un’immensa cupola emisferica che ospita al suo apice un’apertura detta oculo, dalla quale passa la luce. Il diametro della cupola è pari a 43 metri ed è identico all’altezza totale del Pantheon.

Questo vuol dire che al suo interno potrebbe idealmente inscrivere perfettamente una sfera di 43 metri di diametro. Si tratta proprio di uno dei grandi segreti dell’eleganza di questo monumento, ma anche della sua acustica, che è perfetta!

Secondo alcuni studiosi la forma tondeggiante interna richiamerebbe il mito della nascita degli Dei. La sfera rappresenterebbe la Terra, Gaia, che unendosi alle stelle, figurate dall’oculo al centro, Urano, darebbe origine a Chronos, cioè al Tempo e poi a tutti gli altri Dei venerati dai Greci e dai Romani.

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Al giorno d’oggi, nelle nicchie interne ai lati dell’edificio si trovano alcuni dei personaggi più significativi della storia d’Italia, come l’artista Raffaello, il primo re d’Italia Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I.

In antichità, invece, nelle stesse nicchie avresti trovato le statue degli Dei, come Marte, Giove e Venere. Inoltre, non esisteva un asse privilegiato come succede all’interno delle nostre chiese: tutti gli Dei erano venerati e adorati allo stesso modo.

Adriano desiderava diffondere il gusto per l’architettura ellenistica orientale e lo sfarzo di questa tradizione influenzò molto i suoi progetti, portandolo a costruire opere architettoniche gigantesche. Tra queste, anche ovviamente il Pantheon.

Per la ricostruzione tridimensionale del Pantheon, Adriano si appoggiò all’architetto Apollodoro di Damasco. L’Imperatore Adriano viene ricordato anche per l’estrema attenzione che poneva in qualsiasi cosa: nulla era lasciato al caso!
Adriano infatti studiò a lungo la combinazione degli elementi. Ad esempio fece molta attenzione che la luce del sole, considerata l’elemento maschile che “penetra”, baciasse esattamente la statua di Venere, ritenuta invece la figura femminile.

La trasformazione in chiesa: il Pantheon dei Papi

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Nel 608, l’imperatore bizantino Foca donò il Pantheon a Papa Bonifacio IV. Quest’ultimo fece una cosa molto particolare: trasformò il Pantheon da tempio pagano a chiesa cristiana

L’edificio assunse un nuovo nome: Santa Maria ad Martyres e l’intitolazione proviene dalle reliquie di alcuni anonimi martiri che il Papa ordinò di spostare nei sotterranei del Pantheon. Si trattò del primo caso di un tempio pagano trasposto al culto cristiano.

Sappiamo poi che in epoca rinascimentale, il Pantheon venne privato della sua decorazione di bronzo e marmi policromi. Infatti, nel 1632, Papa Urbano VIII Barberini tolse il bronzo dal soffitto del pronao, lasciandolo spoglio.

Questo bronzo non andò tuttavia perduto, ma venne utilizzato per la realizzazione del baldacchino che sovrasta ancora oggi l’altare papale al centro della Basilica di San Pietro a Roma, capolavoro del Bernini.

Da questa vicenda che vede protagonista Papa Urbano VIII, esponente della famiglia Barberini, deriva il famoso detto Quello che non fecero i barbari a Roma, lo fecero i Barberini.

Oggi, comunque, l’edificio nel suo insieme ci è giunto perlopiù intatto e possiamo ammirare quasi tutto di ciò che già esisteva quasi 2000 anni fa, ad eccezione di pochi particolari.

Pantheon architettura

La costruzione del Pantheon durò sette anni e nella storia dell’architettura rappresenta un monumento decisamente rivoluzionario, in quanto si capovolge la concezione che si aveva nell’antichità.

Se infatti fino a quel momento i templi erano stati fatti per essere visti dall’esterno, il vero scopo del progetto del Pantheon è in realtà l’ambiente interno, pensato per far sentire chiunque piccolo e insignificante di fronte a tanta bellezza.

Un tempio solare: l’oculus del Pantheon

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Lo spazio interno al Pantheon è illuminato da un’unica finestra a forma di oculo larga 9 metri, posizionata al centro della grande cupola. Viene chiamata oculus proprio perché fa pensare ad un occhio. 

Questa apertura è un’idea geniale, in quanto, grazie alla sua presenza, luce e calore penetrano nella struttura. In realtà, l’oculus è stato realizzato secondo precisi calcoli per far sì che si verificassero anche dei curiosi fenomeni astronomici.

Per questo il Pantheon viene anche definito “tempio solare”, proprio per questi fenomeni astrologici-calendariali. Ad esempio, il 21 aprile, giorno del Natale di Roma, è possibile ammirare a mezzogiorno in punto un raggio di sole che dall’oculo va a colpire il portale d’accesso interno.

Pantheon come è stato costruito

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Il Pantheon è senza dubbio il più visionario dei monumenti della Roma antica. Come hanno fatto i Romani a costruire una cupola così grande senza che questa crollasse?

Come sai, i Romani non conoscevano ancora il calcestruzzo armato e per la realizzazione della cupola del Pantheon utilizzarono un ingegnoso stratagemma. 

La cupola consiste in un monolito derivante da un’unica colata di calcestruzzo, un’amalgama di calce, acqua e sabbia con l’aggiunta di pietre, che è stata inserita in un’armatura di legno.

La costruzione della cupola venne divisa in tre livelli: il primo venne realizzato con un materiale pesante, ovvero un misto di calcestruzzo, marmo di travertino e tufo. Quindi il tutto era particolarmente solido e resistente.

Il secondo livello era formato da materiali più leggeri, come il tufo e la terracotta miste al calcestruzzo; infine, il terzo e ultimo livello era fatto di pomice, quindi leggerissima.

Perciò, a mano a mano che si sale, la cupola diventa sempre più leggera e anche sempre più fine. Si tratta di una concezione estremamente moderna, ma che in questo caso venne adottata quasi 2000 anni fa. 

Tutto ciò ha consentito alla cupola di essere resistentissima alla base e altrettanto leggera al vertice, resistendo a terremoti e altre catastrofi per tutti questi secoli.

Le leggende del Diavolo

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Attorno all’oculus del Pantheon e alla sua struttura in generale si sono diffuse numerose leggende legate al maligno

Una prima leggenda afferma che il buco nella cupola sarebbe stato provocato dal Diavolo in fuga dal tempio di Dio. La cupola veniva infatti anche chiamata “Cupola del Diavolo” e si credeva che, per via delle sue dimensioni, non potesse essere stata realizzata da esseri umani, ma dal Diavolo in persona!

Secondo un’altra leggenda, il Diavolo era stato ingannato dal mago Pietro Bailardo, il quale non aveva mantenuto la promessa di cedere la sua anima al Diavolo per i suoi servigi e lo ingannò dandogli solo quattro noci in cambio. Bailardo si rifugiò poi nella chiesa e il Diavolo, inferocito, sprofondò nelle viscere della terra creando il solco tutt’oggi visibile attorno al Pantheon.

Il Pantheon: tutti i segreti

Le “orecchie d’asino” del Bernini

Forse non sai che in passato il Pantheon possedeva due campanili. Sì, hai capito bene, due torrette davanti alla cupola!

Durante l’età barocca, Gian Lorenzo Bernini venne incaricato di realizzare due campanili per il Pantheon. Il risultato non venne però apprezzato, perché troppo in contrasto con l’architettura classica dell’edificio.

Le due nuove costruzioni apparivano inadeguate e vennero soprannominate “orecchie d’asino”, per ridicolizzarle ancora di più. Non passò tanto tempo prima che nel 1894 vennero rimosse: ecco perché oggi non le vediamo più.

Piove nel Pantheon?

Sapendo dell’esistenza di un foro centrale rispetto alla cupola, ti sarai chiesto almeno una volta anche tu: “Ma quindi piove dentro il Pantheon?”. Ebbene, la risposta è sì, ma una tradizione romana vuole che all’interno del tempio non passi la pioggia per il cosiddetto “effetto camino”.

Si tratta solo di una leggenda legata al passato, secondo la quale la presenza di numerosissime candele accese era in grado di creare un “effetto camino”, ovvero una forte corrente d’aria calda ascensionale che causava la nebulizzazione delle gocce d’acqua, arrestando quindi la caduta della pioggia all’interno del Pantheon.

Quel che succede in realtà e che fa sì che il Pantheon non si allaghi ogni volta che fuori piove, è che l’acqua piovana viene dirottata dal pavimento leggermente inclinato verso fori di drenaggio che agiscono come tombini, impedendo la formazione di pozzanghere. 

Noi ci auguriamo di averti raccontato interessanti aspetti di questo famoso edificio e di aver acceso in te un minimo di curiosità. Ti invitiamo ad approfondire ciò che è stato maggiormente di tuo interesse, perché è importante comprendere a fondo ciò che ci circonda.

Facci sapere cosa ti ha colpitə di più dell’articolo e se conosci qualche altra leggenda legata al Pantheon!

Aspettiamo i tuoi commenti qui sotto.

Un saluto da Elisa&Simone

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