Toscana

Un week end alla scoperta delle terre del tufo: Sovana, Sorano e Pitigliano

Un week end alla scoperta delle terre del tufo: Sovana, Sorano e Pitigliano 1

Era da tempo che volevamo visitare le cosiddette “Terre del Tufo“, un piccolo agglomerato di borghi che sorgono a pochi km l’uno dall’altro in quel lembo di terra della bassa Toscana caratterizzato – come si evince dal nome – da formazioni geologiche di tipo tufaceo. Si tratta di Sovana, Sorano e della più nota Pitigliano.

L’occasione ce l’ha offerta la gentilissima Tiziana Babbucci che, attraverso l’agenzia “Terre del Tufo”, si propone di promuovere forme di turismo più autentiche ed inclusive rispetto a quelle tradizionali, consentendo così ai viaggiatori di immergersi completamente nella cultura locale e nel patrimonio di tradizioni che questi territori hanno da offrire. Una visione di turismo assolutamente in linea con quanto avviene già a livello internazionale, visto l’aumento esponenziale di viaggiatori in cerca di “esperienze” da condividere e raccontare (anche attraverso gli stessi social network).

Naturalmente, la prima cosa che ci siamo chiesti prima di partire è stata: dove può alloggiare chi vuole visitare Sovana, Sorano e Pitigliano? Tiziana, allora, consapevole del fatto che adoriamo soggiornare negli agriturismi (dove si respira aria di familiarità e amore verso il territorio), ci ha consigliato l’Agriturismo Podere del Lepre, un grande fabbricato patronale eretto nel XIX secolo nel cuore della Maremma, da cui i tre borghi sono più o meno equidistanti. Oltre che per la posizione e per il comfort degli ambienti, silenziosi e accoglienti, abbiamo apprezzato la location per la qualità dell’offerta gastronomica che ci è stata presentata: una selezione pregiatissima di prodotti toscani (tra cui carni, formaggi e vini) certificati e a Km0 (anche per celiaci) che ha reso il nostro soggiorno ancor più genuino e “gustoso”.

podere del lepre terre del tufo

Terre del Tufo: Sovana, l’antica Suana

Da lì, dopo esserci velocemente sistemati, ci siamo presto mossi alla volta di Sovana (l’antica Suana), prima tappa di questo breve viaggio alla scoperta delle “Terre del Tufo“. Come certamente saprete, le architetture religiose rappresentano una parte consistente del nostro patrimonio storico-artistico (soprattutto nei piccoli borghi) e, spesso, anche la chiesetta apparentemente più ordinaria può essere custode di sorprese davvero curiose e singolari. Una di queste, ad esempio, è stata trasformata in un museo quasi esclusivamente dedicato alla conservazione di una suggestiva “collezione” di monete d’oro di epoca medievale rinvenute proprio nelle intercapedini dell’edificio. A pochi passi dal museo, sorge invece la più nota Cattedrale di San Pietro, una struttura di certo imponente, ma decisamente essenziale e priva di qualsiasi traccia di manifestazione artistica, in linea con il periodo storico di marcato rigore religioso in cui venne eretta.

cosa vedere a sovana

Passando dalle bellezze architettoniche a quelle sotterranee, il nostro itinerario ci ha condotto poi attraverso la Necropoli etrusca (di cui si ricordano in particolare la Tomba Ildebranda, la Tomba della Sirena e la Tomba dei Demoni Alati) e lungo le limitrofe “Vie cave” (a metà strada tra i tre borghi): lunghissimi corridoi scavati nel tufo che, in tempo di guerra, hanno rappresentato per la popolazione locale preziosi rifugi naturali, protetti da ripide pareti di roccia ai lati e ricoperti dalla folta vegetazione mediterranea nella parte superiore. Camminare al loro interno è stato come seguire le tracce lasciate dai vecchi abitanti di Sovana e rivivere la trepidazione di quei momenti nefasti di cui questi luoghi saranno sempre testimoni.

Quasi altrettanto “avventurosa” in un certo senso è stata anche la pausa pranzo, in occasione della quale abbiamo deciso di sperimentare un particolare vino rosso toscano noto come “Rompicollo”, i cui effetti non sono poi così difficili da immaginare!

Terre del Tufo: Sorano, la “Matera” della Toscana

E così, allegri di spirito (anche per via del succitato esperimento enologico) e rigenerati dalla piacevole esperienza culinaria, nel pomeriggio di sabato siamo sbarcati a Sorano, il borgo conosciuto come la “Matera della Toscana”. Questo perché anche Sorano, proprio come Matera, si distingue per quella bellezza ruvida e “rocciosa” che caratterizza la “cugina” lucana: potente e maestosa, ma anche incredibilmente soggetta al logorio del tempo. Tempo oggi battuto dalla colossale Torre dell’Orologio che sembra quasi sorvegliare la città e scandire i battiti della sua secolare esistenza.

cosa vedere a sorano

La Torre dell’Orologio sorge, infatti, su un imponente blocco tufaceo noto come Masso Leopoldino, una struttura fortificata in età lorense con l’intento di proteggere il borgo e garantire la sicurezza del territorio circostante. Tutto ciò dimostra chiaramente come, nel susseguirsi degli anni, Sorano sia stata considerata per lo più una città a vocazione difensiva, ultimo baluardo da “espugnare” prima di giungere alla vicina Pitigliano, luogo prediletto dai conti Orsini. Proprio a Pitigliano, infatti, gli Orsini decisero di stabilire la propria residenza permanente – oggi noto come Palazzo Orsini – lasciando all’omonima costruzione di Sorano le funzioni di dimora estiva.

sorano la matera della toscana

Quando si visitano questi luoghi, tuttavia, le cose che rimangono più impresse sono spesso di natura immateriale. Sono, ad esempio, quella miriade di storie e di aneddoti che anche il più piccolo angolo della nostra penisola può orgogliosamente vantare, come parte integrante di un patrimonio particolare quanto significativo nella sua varietà. Interessante in tal senso, è la vicenda legata alla frazione di Castell’Ottieri dove, in tempo di guerra, le donne del borgo si resero protagoniste di un avvenimento davvero singolare. Vedendo i loro uomini partire per il fronte, e preoccupate dalla possibilità di non rivederli mai più, queste decisero di rivolgere le loro preghiere alla Madonna. Per loro gioia e con loro grande sorpresa, l’intera “spedizione” locale fece effettivamente ritorno a casa, alimentando così il sentimento religioso della popolazione locale e il mito di un episodio tanto felice quanto miracoloso.

Terre del Tufo: Pitigliano, la piccola Gerusalemme

A completare questo enorme patrimonio culturale contribuiscono senza dubbio i ricordi degli anziani del paese, la cui preziosa testimonianza è un contributo fondamentale alla costruzione della memoria storica di un popolo. È il caso della signora Elena Servi (la più anziana rappresentante della nutrita comunità ebraica di Pitigliano, a cui abbiamo dedicato la giornata di domenica), la cui conoscenza storica è stata “cristallizzata” in un documento digitale, visibile scansionando un QR code stampato proprio fuori le mura del quartiere ebraico.

Il centro storico di Pitigliano (e per estensione Pitigliano stessa) è infatti casa per una delle più consistenti comunità ebraiche di tutta la penisola e sede di un’importante Sinagoga  (intorno alla quale tale comunità si è sviluppata nel corso del tempo), caratteristiche che sono valse alla città l’appellativo di Piccola Gerusalemme. Di Pitigliano colpisce in particolare la vivacità delle botteghe, una più curiosa dell’altra, la cura estetica delle vie e, ovviamente, la sua bellezza scultorea (sembra quasi ricavata da un unico blocco di tufo), così come la maestria degli artigiani e il piacere di scoprire che pratiche quasi perdute o di cui pochi conoscono l’esistenza sono in realtà ancora coltivate. All’interno di una di queste botteghe vengono realizzate, ad esempio, speciali borse ricavate dagli pneumatici delle macchine mentre in un’altra è possibile essere i soggetti di fotografie scattate con le metodologie di un tempo (quelle con la tendina per capirci) e in abiti d’epoca!

pitigliano la piccola gerusalemme

È qui a Pitigliano che abbiamo colto l’occasione per acquistare dei piccoli souvenir, ricordo materiale di un’esperienza impossibile da dimenticare! D’altronde, non importa se sei nella tua città o altrove: la domenica è il giorno dello shopping!

Consigliamo di visitare anche le cantine vinicole, alcune delle quali ricavate da antiche tombe etrusche, e il già citato Palazzo Orsini: un imponente complesso di 21 stanze che ha mantenuto letteralmente inalterata la struttura originaria, compresi i vecchi libri dello studiolo: forse un po’ impolverati, ma testimoni senza tempo delle vicende politiche, sociali e culturali che hanno plasmato queste meravigliose terre.

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2 Comments

  • Reply
    Pietrolley
    12 Giugno 2018 at 21:12

    Ciao ragazzi, ho visto il post su IG e mi sono fiondato! 🙂
    Sapete, a me questi borghi piacciono tantissimo! E in Italia ce ne sono un sacco di luoghi incantevoli come questi..
    Quando verrò a conoscere la Toscana, vorrei ritagliarmi un pò di tempo almeno per Pitigliano, un gioiello.
    In bocca al lupo col blog 🙂
    Pietro

    • Reply
      usersimone
      17 Giugno 2018 at 13:57

      Ciao Pietro! Ci fa veramente piacere ricevere un tuo commento!
      Quando verrai in Toscana, saremmo felici di incontrarti e scoprire insieme le meraviglie toscane!

      Grazie infinite!

      Elisa e Simone

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