L’ultima tappa che Elisa ed io abbiamo fatto in Sicilia durante il nostro viaggio di nozze è stata proprio a Catania, questa meravigliosa città che sorge nel sud-est dell’isola, sulla costa bagnata dal mar Ionio, in una posizione unica nel suo genere.
Da un lato, infatti, il vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna, fa da sfondo all’insediamento urbano catanese, il quale si sviluppa su tutto il territorio che dal vulcano si spinge fino alla costa, tuffandosi in mare.
La nostra visita a Catania è stata resa ancora più speciale grazie alla guida Irene che lavora per l’agenzia di viaggi Sicilying e che ci ha accompagnati in un tour enogastronomico della città molto ben organizzato e approfondito.
Irene ci ha portati alla scoperta dei luoghi più importanti del centro cittadino, narrandoci alcuni aneddoti e leggende della tradizione catanese e ovviamente invitandoci ad assaggiare alcune specialità della cucina tipica di Catania.
Elisa ed io siamo rimasti ammaliati dalla vivacità emanata da questo luogo e dalle architetture barocche ad ogni angolo della città. Ci piacerebbe mostrarti in questo articolo cosa puoi fare e cosa vedere a Catania anche in un solo giorno.
Cosa troverai nell'articolo
Cosa vedere a Catania
Catania, il nostro tour con Sicilying
Il nostro viaggio di nozze in Sicilia si è concluso con un’ultima tappa, non meno importante delle altre e neanche meno sorprendente: Catania.
Per questa località siciliana abbiamo deciso di affidarci a Sicilying, una vetrina online che permette di acquistare esperienze, tour e altre tipologie di offerte turistiche ad un prezzo conveniente.
Sicilying racchiude al suo interno moltissimi operatori che lavorano sul territorio siciliano e che accompagnano i turisti alla scoperta delle città e dei luoghi dell’isola offrendo svariate esperienze.
Elisa ed io abbiamo sfogliato le aree tematiche disponibili per questa località e alla fine abbiamo optato per un food tour di Catania. Vogliamo parlartene perché noi personalmente ci siamo trovati davvero molto bene, per la professionalità dimostrata dalla nostra guida Irene e per l’organizzazione impeccabile.
Pertanto, riteniamo che possa essere anche per te una valida opzione quella di affidarti alle competenze degli esperti attivi su tutto il territorio della Sicilia e acquistare l’esperienza che più fa al caso tuo tra quelle proposte da Sicilying.
Come ti abbiamo detto qua sopra, i vantaggi e le normative sono vantaggiose: pensa che puoi persino disdire e cambiare il giorno di prenotazione quando vuoi, senza ulteriori costi aggiuntivi!
Il food tour nel centro storico di Catania
Il nostro food tour con Sicilying è partito da Piazza Duomo, il cuore di Catania! La nostra guida Irene ci ha portati prima di tutto alla Pescheria, il mercato del pesce più famoso di Catania.
Noi non ci siamo fatti mancare nulla delle specialità locali: abbiamo mangiato un’ottima frittura di pesce fresco e fatto un assaggio dei formaggi tipici … la ricotta manco a dirtelo, era pazzesca!
Siamo poi passati per via Crociferi per raggiungere la nostra seconda tappa. Sapevi che questa via è Patrimonio Unesco? Irene ci ha raccontato la leggenda dell’Arco di San Benedetto.
Nel Settecento i nobili utilizzavano via Crociferi per i loro incontri clandestini e, per evitare che si scoprisse, diffusero la diceria che a mezzanotte nella via corresse il fantasma di un cavallo senza testa.
Un popolano volle però sfatare questa falsa diceria del fantasma e si mise a piantare un chiodo sotto l’Arco, come prova che fosse stato lì a mezzanotte. Conoscevi questa leggenda?
Abbiamo poi continuato per un’altra via iconica di Catania, Via Etnea! Pensa che si sviluppa per ben 2 chilometri e mezzo in salita, da Piazza Duomo in direzione del vulcano Etna, ecco perché si chiama così.
Potevamo non fare un assaggio di uno dei migliori street food siciliani? Certo che no! Elisa ed io abbiamo provato l’arancino alla parmigiana della Pasticceria Spinella in via Etnea! Abbiamo scoperto che a Catania si dice arancino, con la “o” finale, mentre a Palermo lo si pronuncia la “a” finale, arancina!
Durante un food tour che si rispetti è d’obbligo una sosta da Chiosco Costa, dove potrai assaggiare il selz. Si tratta di una bevanda a base di acqua frizzante, limone e sale. Ha un gusto molto particolare, devi provarlo!
Ultima tappa del nostro food tour, assolutamente non per importanza, la tanto attesa granita! Per combattere le giornate più calde è quello che Elisa ed io preferiamo di più.
Catania, un passato complicato
Come per ogni posto che Elisa ed io visitiamo nei nostri viaggi alla scoperta dell’Italia, anche per Catania vorremmo spendere due parole riguardo alla travagliata storia che ha alle spalle.
La sua splendida posizione, a cavallo tra il mare e le ampie pianure che si espandono ai piedi del vulcano Etna, hanno reso Catania un perfetto territorio dove insediarsi fin dall’VI millennio a.C.
In realtà il primo insediamento urbano nell’area fiorì solo intorno all’VIII sec. a.C., quando i coloni greci giunsero sulle coste siciliane e probabilmente furono loro a dare il primo nome alla città. L’anno preciso di fondazione di Catania è il 709 a.C.
Secondo Plutarco il nome Catania potrebbe derivare dal termine siculo Katàne, ovvero grattugia. L’espressione farebbe riferimento alle asperità del terreno lavico di questo territorio. Chiaramente poi il suo nome cambiò leggermente con il passare del tempo.
Il primo evento traumatico nella storia di questa colonia greca si ha quando Catania finisce nelle mire di Siracusa: con l’occupazione siracusana della città nel 476, la città venne rinominata Etnea.
Catania non perse chiaramente occasione di allearsi con le nemiche di Siracusa per sottrarsi all’influenza della potente vicina, che però riuscì nuovamente a prevalere con una distruzione ancora più decisiva della città nel 403 a.C., con la conseguente sparizione della popolazione originaria.
Nel 263 a.C. Catania cadde in altre mani, quelle dei Romani e per i successivi 7 secoli la città seguì le sorti di Roma partecipando da protagonista alle fortune e alle sconfitte dell’Impero.
Dopo le Guerre Puniche e Civili tra Sesto Pompeo e Ottaviano, nel 21 a.C. Catania diventa colonia augustea: da questo momento in poi la città vive un’imponente opera di urbanizzazione e la costruzione di moltissimi edifici pubblici e per spettacoli.
Quando l’Impero cadde sotto i ripetuti colpi dei barbari, anche la Sicilia dovette subire il destino del resto d’Italia: a metà del V secolo Catania fu attaccata dai vandali e nel secolo successivo persino dagli Ostrogoti.
Ma nonostante i ripetuti saccheggi, la città mantenne la sua prosperità economica avvantaggiata dallo spostamento verso Oriente dei traffici marittimi e rimase un grande caposaldo dell’Impero romano d’Oriente che lottò per mantenere il controllo della Sicilia.
Una volta occupata dagli Ostrogoti, il grande Re Teodorico ordinò di utilizzare le pietre dell’Anfiteatro di Catania che era caduto in disuso per rafforzare le difese della città.
Dopo il lungo periodo bizantino, all’inizio del IX secolo giunsero dal mare quelli che sarebbero diventati i dominatori incontrastati della città per i successivi due secoli: gli arabi.
L‘invasione araba della Sicilia partì dall’827, dallo scalo di Mazara del Vallo. Quindi la conquista partì a Occidente e progressivamente si spostò verso Oriente e Catania cadde in mano musulmana nel 902.
È a questo punto che inizia veramente la fioritura della Sicilia sotto la dominazione islamica, ma purtroppo oggi a Catania non sono sopravvissute tracce importanti di quel periodo così florido.
La causa? L’arrivo dei Normanni in città a partire dal 1071, i quali iniziarono una massiccia opera di rioccidentalizzazione e ricristianizzazione della città siciliana.
Con la presenza di questi nuovi dominatori, dall’insediamento sulla collina di Montevergine dove al tempo sorgeva la vecchia Cattedrale di Sant’Agata la Vetere, l’asse urbanistico si spostò all’interno della città con la costruzione della nuova cattedrale, opera dei Normanni.
Nel 1194 furono gli Svevi dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI ad assumere il controllo della città: simbolo di questo passaggio di consegna fu la costruzione del mastodontico Castello Ursino.
La dominazione Sveva e quella successiva degli Angioini furono però estremamente problematiche per la Sicilia: l’isola cadde infatti in un lungo periodo di malagestione caratterizzato da una pressione fiscale insostenibile e da leggi sempre più severe.
Proprio per questo nel 1282 l’isola fu travolta dalla massiccia insurrezione popolare chiamata Insurrezione dei Vespri siciliani che portò al potere la dinastia spagnola degli Aragonesi.
La denominazione dei Vespri deriva dal nome delle loro preghiere del Vespro, perché la rivolta esplodeva proprio al suono delle campane che annunciavano la preghiera del tramonto, del vespro appunto!
Anche se con gli Aragonesi Catania visse un iniziale periodo di benessere, il dominio spagnolo segnò per l’isola un lungo periodo di stasi: infatti la millenaria centralità della Sicilia nel Mediterraneo stava per essere cancellata dalle nuove rotte atlantiche che spostarono il commercio mondiale verso le Americhe.
L’isola diventò ben presto una preda molto ambita e questa volta il pericolo tornò ad affacciarsi dalle coste nordafricane: una nuova potenza corsara prese infatti di mira l’isola, quella dei barbareschi.
Per debellare l’insidia dei corsari barbareschi, fu deliberata nel 1553 la costruzione di una nuova cinta muraria estremamente avanzata per l’epoca.
Tra il XVI e il XVII secolo Catania visse un difficile momento di declino, aggravato ulteriormente da due terribili eventi naturali che la colpirono nell’arco di pochi anni.
La prima catastrofe fu provocata dall’Etna nel marzo del 1669; mentre il secondo evento che si verificò qualche decennio dopo, nel 1693, fu un terremoto devastante, uno dei più forti mai registrati sul territorio italiano.
Come tante altre città del sud-est della Sicilia, anche Catania ci mise più di un secolo per risollevarsi e la città venne ricostruita con amore infinito dai catanesi, che la resero un gioiello barocco unico al mondo.
A proposito, se ami il barocco siciliano, non perderti Noto la capitale del Barocco!
Le strade furono notevolmente ampliate per facilitare la fuga verso le piazze che avrebbero potuto rappresentare un rifugio sicuro per tutti i cittadini e in generale, la colossale opera di ricostruzione seguì i dettami del cosiddetto barocco catanese.
Anche l’inizio del XIX secolo vide la città sfortunata protagonista di un difficile periodo, nonostante i volenterosi tentativi di rinascita economica e culturale: imperavano la povertà, il banditismo, le rivolte popolari…
A cavallo degli anni ’50 e 60 del Novecento, si manifesta ancora una volta lo spirito di ricostruzione e d’intrapresa dei catanesi: nasce in questi anni la zona industriale Pantano d’Arci, si sviluppano le prime grandi imprese edili ed ecco che ritornò il mito della Milano del Sud.
Le chiese e gli architetti di Catania
Il Duomo di Sant’Agata, altrimenti noto come Basilica Cattedrale di Sant’Agata, è il principale luogo di culto cattolico di Catania, dedicato alla vergine e martire Sant’Agata, patrona della città.
Questo edificio religioso ha una storia un po’ tormentata alle spalle, sia per le vicende politiche e storiche sia per le vicende sismiche che colpirono ripetutamente la zona di Catania.
Collocata nel cuore del centro storico, sul lato sud-est di Piazza di Duomo, questa cattedrale conserva tanti stili differenti, dal Normanno, al Barocco, fino al Neoclassicismo.
Infatti, il Duomo non resistette al grande terremoto del 1693 e durante il XVIII secolo dovette essere ricostruito completamente.
Responsabili per la ricostruzione in stile barocco siciliano furono gli architetti Girolamo Palazzotto e Giovanni Battista Vaccarini, che progettarono la facciata del duomo con i toni del grigio scuro e del celeste, com’era consuetudine all’epoca.
L’interno della cattedrale appare molto suggestivo per via della ricchezza dell’apparato decorativo e il sovrapporsi di stili architettonici differenti che donano un risultato alquanto impressionante una volta varcata la soglia.
Un altro edificio di culto che non puoi perderti è senza ombra di dubbio la Chiesa della Badia di Sant’Agata, che puoi raggiungere passando per la via Vittorio Emanuele II.
Costruita nel XVII secolo su progetto dell’architetto palermitano Giovan Battista Vaccarini, in sostituzione di una chiesa distrutta dal terremoto del 1693, in questa chiesa appare evidente l’influenza del noto Borromini.
Un’imponente cupola ottagonale sovrasta l’edificio ed è possibile percorrerla, così come le terrazze, che sono state aperte al pubblico nel 2015 e offrono una vista bellissima sul centro storico di Catania.
Considerata tra le più belle chiese di Catania, la Chiesa di San Benedetto è da considerarsi un vero e proprio trionfo di affreschi e architettura barocca.
Su progetto dell’architetto Alonzo Di Benedetto, questo edificio è stato edificato a inizio Settecento a San Benedetto da Norcia e oggi si trova in via Crociferi.
Ciò che colpisce maggiormente di questa chiesa è sicuramente l’interno, che lascia senza parole: la volta della chiesa, infatti, interamente affrescata dal messinese Giovanni Tuccari, è a dir poco splendida e impressionante.
Pensa che nel corso del secolo seguente, la maggior parte degli affreschi della volta venne ricoperta di intonaco bianco per rendere gli interni della chiesa più sobri ed in linea con il gusto del tempo.
Sempre in via dei Crociferi, sorge un altro luogo di culto: la Chiesa di San Giuliano, anche questa abbattuta dal terribile terremoto di fine Seicento.
La ricostruzione venne avviata nel 1741 dall’architetto catanese Giuseppe Palazzotto e tra il 1743 ed il 1749 fu completata la facciata ispirata a modelli del barocco romano. L’intero edificio venne completato intorno al 1754.
Quando entri nella chiesa, colpisce l’aspetto estremamente sobrio e spoglio dell’interno in contrasto con la facciata barocca riccamente decorata: è una caratteristica abbastanza diffusa negli edifici dell’epoca.
Al costo di soli 4 euro puoi salire fin sulla cima della cupola, ovvero la lanterna di San Giuliano, dalla quale potrai avere una vista a 360° sul centro storico, che ti lascerà a bocca aperta.
La Catania dei Romani
Quando la Sicilia venne conquistata dai Romani, Catania visse un lungo periodo di benessere del quale possiamo ancora oggi vedere molti resti di splendide rovine antiche.
Una di queste si trova nel centro storico della città e colpisce per la sua imponente bellezza: il maestoso Teatro Romano, che rappresenta uno dei monumenti più importanti della città.
Secondo la leggenda questo edificio venne costruito sopra un altro teatro molto più antico di origine greca (come la Valle dei Templi) e a sostegno di questa tesi, le testimonianze archeologiche riportano che una parte del teatro è costituita da blocchi di pietra intagliati proprio alla maniera dei Greci, mentre il resto della struttura presenta blocchi di pietra intagliati alla maniera dei romani.
Nel sottosuolo della città si trova invece un’altra costruzione che ben racconta lo sfarzo della Catania di 2000 anni fa: l’Anfiteatro romano, ancora in parte visibile sotto il manto stradale di Piazza Stesicoro.
L’arena è tra le più grandi mai costruite in tutta la storia di Roma dopo l’Anfiteatro Flavio e l’Arena di Verona. Poteva contenere oltre 15.000 spettatori ed era realizzato su ben tre ordini interamente in pietra lavica con l’arena caratterizzata da una copertura di lastre marmoree.
La Catania dei Bizantini
Uno dei monumenti più emblematici di Catania è legato ad una leggenda risalente proprio al periodo bizantino, dell’VIII secolo circa: la famosa fontana dell’Elefante, edificata a partire dal 1735 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini.
Al centro della piazza del Duomo, questo elefante definito in siculo u Liotru è diventato in qualche modo il simbolo della città, costituito da una scultura di basalto nero a forma appunto di elefante, sulla cui schiena si innalza un obelisco egittizzante in granito di Syene con varie decorazioni in stile egizio.
Sempre in Piazza Duomo troverai il Palazzo degli Elefanti, ovvero il Palazzo Senatorio, un edificio storico adibito a municipio nel 1953, che presenta una facciata di impronta barocca.
La Catania dei Normanni
A Catania, la presenza dei Normanni portò subito un cambiamento dell’equilibrio tradizionale all’interno della città, soprattutto con Federico II di Svevia, appartenente alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen, che nel XIII secolo fece edificare il Castello Ursino.
Costruito come simbolo dell’autorità e del potere imperiale svevo a Catania, il castello venne progettato dall’architetto militare Riccardo da Lentini e nell’arco dei secoli svolse diverse funzioni non solo di presidio militare, ma anche di sede del Parlamento di Sicilia nel XV e XVI secolo.
Come molti castelli dell’epoca anche qui troviamo un castello fortificato con enormi blocchi di pietra e mattoni, più simile ad una fortezza che suggerisce infatti un’immagine di guerra e di dominio.
La Catania post terremoto
Sono tanti i palazzi e gli edifici sontuosi che vennero realizzati dopo il terremoto che colpì duramente la città nel 1693. Uno fra tutti è il grandioso palazzo in stile rococò, ricchissimo di affreschi e decorazioni, chiamato Palazzo Biscari.
Hai presente il videoclip della canzone “Violet Hill” dei Coldplay? Ecco, l’edificio che fa da sfondo alla band è proprio Palazzo Biscari, probabilmente il palazzo più importante e più affascinante di tutta la città, costruito eccezionalmente sulle Mura di cinta di Carlo V, cosa che era concessa solo a pochissime famiglie aristocratiche.
All’interno di questo palazzo è visibile ovunque l’incantevole barocco catanese, presente nelle sette finestre decorate con grandissimo pregio che si affacciano sul mare e nella famosa scala in pieno stile rococò, considerata tra le più belle del mondo.
È il perfetto esempio di come la Sicilia nel Settecento fosse diventata una terra di grande cultura oltre che di notevole ricchezza: ti basterà ammirare gli interni, le decorazioni e gli intarsi marmorei, tutti dettati dalla straordinaria qualità delle arti decorative nell’edilizia privata siciliana.
Tra l’altro abbiamo trovato notevole il fatto che questo palazzo sia rimasto in mani private e questo gli ha permesso di conservare molto dell’atmosfera originaria.
La Catania del Risorgimento
Simbolo di rinascita degli anni del Risorgimento è uno degli emblemi della città, ovvero lo splendido Teatro Massimo Bellini, di fondamentale importanza nella vita della città di Catania.
Quando nel tardo Ottocento l’Italia assunse consapevolezza del suo ruolo culturale e politico, il nome del famosissimo Vincenzo Bellini, cominciava a riempire di orgoglio i catanesi, che riportarono in patria il corpo sepolto al Père Lachaise e si pensò di intitolargli il Teatro cittadino.
Ancora oggi per la cittadinanza catanese il Teatro Bellini ha un ruolo importantissimo, infatti abbiamo notato che rispetto ad altri luoghi d’Italia, a Catania si sente ancora moltissimo l’importanza del teatro nella vita culturale e sociale della città.
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Noi ti consigliamo di apprezzare Catania in compagnia, con la tua famiglia o con i tuoi amici, perché è una città capace di stupire e accontentare chiunque, vedrai! Provare per credere.
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Un saluto da Elisa&Simone
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